Non so se sono sfortunata io o la pratica sia ben più diffusa di quel che credo…ovviamente la prima volta sono stata fregata, tanti anni fa.
Ero appena arrivata nel bel mezzo del deserto saudita e subito accolta dalla variegata comunità di quello che allora era il mio compound. Nessun italiano, tutti americani, inglesi, irlandesi, iraniani, libanesi.
E subito un invito, wow.
Un mega barbecue.
Felicissima io di aver possibilità di introdurmi, felicissimo il consorte e sollevato dal vedermi fare amicizie in loco.
Arriviamo, ho un dolce in mano per la padrona di casa.
Viene preso distrattamente tra un oh, wonderful e l’altro, poi mi si chiede dove sia la mia carne.
Sudo freddo.
Come la mia carne???
Dunque, apprendo quindi seduta stante che se un americano ti invita ad un barbecue le tue bistecche, costolette o quel che sia te lo devi portare.
Giusta giusta la tua porzione.
Ok, non abbiamo mangiato carne per la paura di toglierla dalla bocca di qualcun altro.
Quindi, come detto sopra, non mi hanno più fregato.
Chi mi ha fregato, nel tempo, è stato qualche altro invitato… Ho visto portare a serate del genere avanzi di ogni tipo senza alcuna vergogna.
Rimane storico un certo pentolino appartenuto a signora canadese con tipo cinque polpette “to share” da condividere, ad una serata dove saremmo stati una trentina.
Come pure la torta non pervenuta: o, meglio, ne furono presentate due fette e nessuno osò chiedere che fine avesse fatto il resto.
Anche se l’Oscar ed il Nobel insieme per la situazione va alla tizia che invitata ad un brunch che era un tripudio di torte, French toast e pancake si prensentò con mezzo (non sia mai fosse uno intero, eh) litro di latte ed una scatola iniziata di cereali per la colazione. Accompagnando il tutto con due arance.
Il mio problema? Che invece porto sempre in abbondanza, che il DNA italico si sa, è fatto per dar da mangiare agli affamati e pure a chi non lo è.
Ma tranquilli, niente avanzi: dopo le suddette riunioni tutti si fanno il pacchettino da portarsi a casa…con la scusa che lo danno ai bimbi, ai cani, ai mariti.
E l’ordine non è casuale 😀
I brownies in questione sono stati portati proprio ad un potluck, ovvero una di queste riunioni in cui ognuno porta qualcosa da mangiare. Sapendo di persone celiache che sarebbero state presenti ho scelto una ricetta che nasce gluten free e piace sempre a tutti: super cioccolatosa, “fudgy” come dice il suo nome originale, quasi cremosa all’interno, con le noci pecan a rendere tutto interessante con il loro contrasto croccante sotto i denti.
Mi raccomando, non stracuoceteli: sono brownies, non una torta, e devono risultare leggermente cremosi all’interno 🙂
Gluten-Free Fudgy Pecan Brownies
da “A New Way to Bake” di Martha Stewart
per 16 pezzi
85 g di burro
40 g di amido di mais
30 g di cacao amaro
la punta di un cucchiaino di cannella
la punta di un cucchiaino di sale
335 g di cioccolato fondente, a pezzetti
150 di zucchero di canna
un cucchiaino di estratto di vaniglia
3 uova grandi
125 di noci pecan
Innanzitutto tostare le noci pecan in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 10 minuti, controllare però dopo 7 perchè ogni forno è diverso e se si bruciano daranno un cattivo sapore al dolce. Far raffreddare completamente e tagliare a pezzi grossolani usando una mezzaluna.
Mescolare in una ciotola l’amido, il cacao, la cannella ed il sale. Mettere burro e cioccolato fondente in un pentolino e poggiarlo su un altro pentolino con acqua in ebollizione, facendo attenzione che l’acqua non ne tocchi il fondo. Farlo quindi sciogliere a bagnomaria mescolando ogni tanto.
Appena fuso togliere dal fuoco ed unire lo zucchero e la vaniglia. Unire le uova, una alla volta, mescolando bene dopo ciascuno.
Da ultimo unire il composto di polveri, mescolando energicamente per circa 2 minuti finchè il composto avrà una consistenza densa e viscosa. Unire le noci pecan a pezzi ormai fredde.
Versare il composto in una teglia quadrata da 20 cm di lato coperta con carta forno imburrata livellandolo bene. Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 35 minuti finchè uno stuzzicadenti inserito all’interno del dolce uscirà con solo qualche piccola briciola umida.
Far raffreddare completamente nella teglia quindi aiutandosi con la carta forno tirar fuori il dolce e tagliarlo a quadretti.
NOTE
- il dolce è più buono dopo qualche ora di riposo, non mangiatelo caldo.
- si conserva molto bene in un contenitore ermetico per diversi giorni a temperatura ambiente.
Arabafelice, Arabia Saudita
Ha collaborato con Amiche di Fuso da gennaio 2016 a marzo 2018
Non avevo idea che con l’invito ad un BBQ fosse compresa la richiesta di portarsi da casa “la qualunque” e da italiana che sono la questione mi sconvolge un tantino…
Il sacchettino con gli avanzi per, nell’ordine, bimbi->cani->mariti?? Mi sono sdraiata dal ridere!!!
Sei troppo forte Stefania!!!
La ricetta è fattibile con la modifica di amido e burro.
Se riesco provo nel fine settimana e ti faccio sapere.
Besos ^_^
Grazie per avermeli fatti vedere, sono stata contentissima 🙂
Noi molto più contenti….slurpissimo 😉
Dai, se ci metto le noci “normali”, andrà bene lo stesso, vero ? 🙂
Ma direi proprio di si! 😉
Ricetta di Martha Stewart… aka “The domestic goddess”. Giu’ il cappello!
La domestic goddess sarebbe NIgella Lawson ma sono certa che sia felice di dividere il titolo con Martha 😉
Che situazione imbarazzante…è successo anche ad un mio conoscente la prima volta che è stato invitato ad un bbq in Australia. Certo che mi piacerebbe sapere che cosa hanno pensato gli altri ospiti: la prima volta avranno creduto che eravate vegetariani…e alle grigliate successive siete arrivati con costate di brontosauro che nemmeno i Flintstones… Grazie per condividere con noi le tue storie
Ciao,
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